Regime CFC: le nuove istruzioni operative emanate dall’Agenzia delle Entrate

 
  • Presentazione
  • Dopo un’ampia consultazione pubblica, l’Agenzia delle Entrate italiana ha pubblicato la Circolare n. 18/E, del 27 dicembre 2021, e il Provvedimento direttoriale di pari data, Prot. n. 376652/2021, relativo ai criteri per determinare l’effettivo livello di tassazione delle società ed enti controllati esteri con modalità semplificata. La Circolare era molto attesa, fin da quando la normativa CFC italiana era stata modificata nel 2018 per effetto del recepimento della Anti Tax Avoidance Directive (cd. ATAD). In effetti, quello del 2018 è stato solo l’ultimo di numerosi interventi modificativi della normativa, introdotta formalmente in Italia dalla L. n. 342/2000. In particolare, con il D.Lgs. n. 142/2018, il legislatore italiano ha riformato l’intero sistema CFC, da un lato, al fine di uniformarsi al diritto euro-unitario, a sua volta ispirato ai lavori OCSE del progetto BEPS, e, dall’altro, nell’ottica di (tentare di) ridurre la complessità del meccanismo applicativo della disciplina. Così, la principale novità del 2018, è consistita nella sostituzione del precedente doppio sistema (ispirato al criterio del livello di “tassazione sensibilmente inferiore” a quello applicato in Italia, e, nel caso la controllata estera avesse ritratto più del 50% dei suoi proventi a cd. “passive income”, al livello di tassazione effettiva inferiore a più della metà di quella cui essa sarebbe stata soggetta qualora residente in Italia) con un’unica fattispecie, valida a prescindere dallo Stato di residenza o di localizzazione della società estera e al ricorrere di due diversi requisiti: l’assoggettamento a una tassazione effettiva inferiore alla metà di quella a cui la controllata estera sarebbe stata soggetta qualora residente in Italia; e la riferibilità di oltre un terzo dei propri proventi a determinate categorie di ricavi (“passive income”). Da segnalare anche l’estensione della disciplina CFC alle stabili organizzazioni. Al fine di non ricadere nelle maglie della normativa CFC, diversi Cantoni, tra quali il Ticino, hanno introdotto per via legislativa la possibilità di aumentare il carico fiscale societario. Di tutti questi aspetti, nonché delle perduranti difficoltà applicative, tratteremo nel corso del seminario, illustrando anche i possibili riflessi per l’economia svizzera delle politiche fiscali cantonali, in riferimento all’applicabilità delle regole della CFC italiana alle imprese ivi localizzate.
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