Cibo, religioni e scuole: le mense tra convivialità e discriminazione
- Presentazione
- Le scuole di ogni ordine e grado sono un esempio di spazio pubblico plurale, in cui la diversità religiosa si esprime nella vita di ogni giorno e assume caratteri differenti e sfaccettati.
Se uno dei terreni più osservati, discussi e analizzati - anche in chiave comparativa - è quello dell’insegnamento della religione/delle religioni, non vi è dubbio che vi siano altri campi in cui il binomio “educazione scolastica-diversità religiosa” genera questioni e solleva problemi cognitivi e culturali, sia anche etici e politici. Allo studioso interessano in particolare i primi due livelli che, d’altra parte, sono connessi con gli altri piani, informando sia le pratiche sia le politiche pubbliche.
Tra dibattiti e indagini storiche e sociologiche sui simboli religiosi nelle aule, sui manuali scolastici, sulle festività religiose, sulla presenza di argomenti e approcci religiosi in altre discipline, il tema che affrontiamo in questa lezione è relativo al cibo servito nelle mense scolastiche.
Se ogni religione ha un rapporto con il cibo in termini di prescrizioni, regole, abitudini e scelte etiche, se la mensa scolastica è un luogo, fisico e culturale, di incontro tra religioni differenti perché bambini e ragazzi appartenenti a un numero sempre maggiore di gruppi religiosi (sempre più popolosi) in Italia e nel resto dell’Europa vi mangiano, apparirà chiaro come la mensa sia un luogo privilegiato per indagare la diversità religiosa. Attraverso una ricognizione delle scelte e delle offerte alimentari, osservare i menù e la loro organizzazione in alcune scuole europee ha come obiettivo una mappatura delle pratiche e della gestione della diversità religiosa nello spazio pubblico della scuola. Analizzare quali temi e problemi emergono, se e come le richieste degli attori religiosi sono recepite e considerate, è utile per comprendere il punto di sviluppo della lenta transizione da diversità a pluralismo.
- Crediti di studio
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